lunedì 1 dicembre 2014

RECENSIONE di Silvia Clama

Un viaggio tra i filari della vite, nel commercio dei vini nelle contrade italiche dell’Impero romano, nella corte di Augusto, specchio dell’alta società romana, “con gli occhi” di Galeria, la libera/liberta, ancella dell’imperatrice Livia. Un viaggio nei riti, nei banchetti, nei costumi sociali e sessuali, nei fasti e nefasti di una propagandata mitica età aurea e di pace. Un viaggio colorato dal rosso sanguigno del vino Pucinum, frutto del lavoro fatto con passione dal liberto imprenditore Macriano Stazio.
Una folla di personaggi di alto rango, il fior fiore degli intellettuali e degli artisti dell’età augustea, si muove attorno ad Augusto e Livia, la coppia imperiale, nei luoghi del potere che gronda sangue, epurazioni, esili. Potere nel segno di matrimoni politici e di riforme che evocano antichi morigerati costumi ed austere virtù, ma contraddette dai comportamenti dei membri della famiglia imperiale e dai ricchi che si godono il carpe diem, ignorando l’umiliazione di deboli e indifesi, schiavi e vinti, che “altrove” rivolgeranno le loro speranze di essere considerati esseri umani degni di rispetto.
L’affresco di una società con le sue luci e le sue ombre nella sua precisa ricostruzione storica, con i suoi nodi non sciolti, che nei “corsi e ricorsi” della storia richiamano alcuni “grovigli” e “questioni aperte” del mondo attuale.
Un invito a scoprire questo e altro tra le righe di un romanzo che offre vari livelli di lettura attraverso il dipanarsi delle storie di vita e gli amori dei protagonisti, le vicende di personaggi di diverso rango sociale, nella complessa trama della storia politica del principato di Augusto e della genealogia della sua famiglia. Scene e fatti attraversati da riflessioni filosofiche, religiose, antropologiche e da realistiche descrizioni degli ambienti e delle relazioni tra individui.
L’intreccio è legato dal filo narrativo dell’introduzione nella corte imperiale della Schola dei Vinimagistri con le loro conoscenze sui vini.
Il romanzo tratta vari temi e i motivi ad essi correlati tra i quali: la propaganda politica, l’economia, l’agricoltura, il commercio, la cultura, la natura, la religione, l’arte della vinificazione, la gastronomia, il galateo imperiale, l’amore, l’eros, la ricerca di libertà e indipendenza.
Tra i personaggi femminili si staglia Galeria, la protagonista del libro, che nella sua vita riassume varie condizioni delle donne del suo tempo: prima schiava, poi liberta, libera giuridicamente ma soprattutto libera “dentro”.  Prefigura la donna emancipata odierna, che desidera essere artefice della propria vita con la libertà di scelta e l’indipendenza economica frutto del proprio lavoro. Galeria, inoltre, pur godendo dei privilegi del suo status di ancella imperiale, memore delle sue origini e grazie alla sua sensibilità, vede “oltre” la propaganda politica della pacificazione, integrazione e missione civilizzatrice dei popoli, sapientemente orchestrata da Augusto nella costruzione della sua immagine e della sua fama. L’opera del Divo Augusto, nel riconoscimento della sua grandezza di uomo politico, è smascherata dalla profondità dello sguardo critico di Galeria che cerca di aprire gli occhi di Livia. Ma l’imperatrice resta condizionata dal ruolo politico che come donna/moglie riveste accanto al marito e riesce ad essere veramente libera solo con il suo amore “segreto”.  
Giulia, la figlia di Augusto, incurante dei richiami paterni ad una condotta consona alla ripristinata immagine dell’antica morigerata donna romana, si ribella e, nella sua libertà di essere se stessa, diventa vittima del progetto di restaurazione morale voluto dal padre.
Tra i personaggi maschili, legato a Galeria, risalta Macriano Stazio, il liberto viticoltore creatore e produttore del Pucinum, che ha la passione della terra nel sangue, l’amore per la natura e fa dell’arte della vinificazione lo scopo della sua vita. E’ l’uomo di umili origini, dotato di intelligenza e buon senso, doti grazie a cui può confrontarsi a corte con gli intellettuali. E’ l’individuo che incarna i valori del lavoro e dell’onestà, della religiosità nella sua devozione a Cibele, la Magna mater di tutti gli dei, signora della Natura, fonte di ogni nutrimento e salute.  Come salutare per Livia e Augusto sarà il Pucinum, vino simbolo di nuova energia, linfa vitale per la salute del corpo e dell’anima nel teatro tragicomico della vita, per nutrirsi e non solo per brindare al piacere del carpe diem ma al sorgere di una nuova era.


Silvia Clama

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